Perugia – Un duro botta e risposta. Da una parte il Comitato resilienza lavoratori Perugina, che denuncia: “Ci offrono soldi per andarcene e invece noi vogliamo lavorare, ci propongono contratti di lavoro part time verticali o orizzontali al 50%, ci spaventano con minacce di licenziamento e noi cerchiamo di tener duro, ma siamo alla frutta e i tempi stringono”. Dall’altra Nestlé, che replica a Repubblica: “Le minacce di licenziamento sono false e gravemente lesive della reputazione dell’azienda”. E specifica che il piano “prevede soluzioni incentivate e su base volontaria, tra part time, esodo incentivato, isopensioni, ricollocamenti. A fronte di una sessantina di esuberi ad oggi residui, Nestlé ha ancora circa 80 posti di lavoro sul territorio rimasti inoptati. Posizioni lavorative a tempo indeterminato full time presso aziende nel raggio di 50 Km, con una retribuzione media superiore del 20% circa a quella che si avrebbe in Cigs, pari a circa 1.200 euro al mese, comprensiva di 13esima e 14esima. Confidiamo quindi di concludere il piano – come era nostro impegno sin dall’inizio – senza alcun licenziamento e dando ai lavoratori interessati una concreta prospettiva di un lavoro, anziché quella di un altro anno di cassa integrazione che, in definitiva, ci pare purtroppo il reale obiettivo di alcuni”.