Milano – Il consumatore italiano acquista sempre più vino nella Grande distribuzione o direttamente dal produttore. A soffrire questa situazione sono soprattutto le enoteche, quasi un’istituzione, che rischia di perdere la propria storica importanza. In una lettera indirizzata ai “gentili produttori e gentili distributori”, le enoteche milanesi chiedono uno sforzo per ristabilire un corretto rapporto commerciale che valorizzi il loro lavoro. Il tema del dibattito è il prezzo con cui vengono proposte le bottiglie. Tanto diverso nei vari canali da creare “confusione e nervosismo nel consumatore”, che di fronte ad etichette a prezzi molto bassi non sa “se ha comprato una bottiglia di qualità o se è stato turlupinato per tanto tempo”. Le enoteche richiamano tutti i protagonisti della filiera a un rapporto più corretto: “Come voi tutti ben sapete, il giusto prezzo di vendita è frutto dell’insieme dei costi comparati alla qualità percepita dal consumatore. Questi, se trova motivo di cercare anche alla fonte una scappatoia per pagare meno il vino, probabilmente il prezzo non è stato studiato adeguatamente”. In conclusione, la lettera invoca una collaborazione per tutelare il valore del prodotto: “Nel mondo del vino noi tutti lavoriamo assiduamente con passione ed energia, non perdiamoci in miopi scelte commerciali, aiutiamoci ancora a crescere insieme, contando sulla qualità, il servizio e l’etica del lavoro”.